venerdì 13 luglio 2007

La lotta fra la Gospa e sotona. Quando il sovvertitore si traveste da Immacolata Concezione



Nel nostro precedente articolo,(1) abbiamo essenzialmente tracciato un resoconto di cosa vuol dire militare con Maria in questi tempi di Sua chiamata alle “armi” in difesa della Chiesa Cattolica. Abbiamo anche visto la valenza di queste inconsuete “armi” celesti donateci per entrare in lotta contro satana. Quindi, una visione del tutto spostata verso una battaglia celeste entro una cavalleria celeste. In quest’articolo, che nasce appunto come eco del precedente, si tenterà di tracciare a grandi linee i termini di questa guerra: dove si svolge, dove avviene la sovversione. E’ utile ricordare, innanzitutto, che diabolus est simia dei: la sua manifestazione sarà quindi marcata da una parodia del piano divino senza inventare nulla di nuovo. Quest’articolo nasce, quindi, come una continuazione di quello precedente, focalizzandone alcuni punti. Infatti ci siamo chiesti dove è effettivamente palpabile la lotta e la sovversione del piano di Cristo attraverso Maria Immacolata. Siamo partiti proprio da come la Madonna viene chiamata a Medjugorje: Gospa; e da come viene chiamato satana: sotona. Nomi entrambi femminili, quasi ad indicare la costante e ravvicinata lotta che si sta consumando fra il volere di salvezza divino, in un tempo di grazia datoci con Maria, ed il sovvertitore di questo mondo. Dove e come sotona si traveste da immacolata-sovvertita proponendo le sue infami proposte all’umanità. Vi chiederete per quale motivo il principe di questo mondo si dovrebbe travestire da Madonna? E’ Mirjana di Medjugorje a raccontare: “Io ho visto il satana travestito nella veste della Madonna. Mentre aspettavo la Madonna è venuto il satana. Aveva un manto e tutto il resto come la Madonna, però dentro c'era la faccia del satana. Quando satana è venuto io mi sentivo come ammazzata. Egli distrugge e diceva: ‘Sai, ti ha raggirato; devi venire con me, ti farò felice nell'amore, nella scuola e nel lavoro. Quella ti fa soffrire.’ Allora io ripetevo: ‘No, no, non voglio, non voglio’. Sono quasi svenuta. Allora è arrivata la Madonna che disse: ‘Scusami, ma questa è la realtà che tu devi sapere’. Appena è arrivata la Madonna mi sono sentita come se fossi resuscitata, con una forza”.(2) La promessa di un futuro senza Cristo, di una situazione “migliore” senza croce e passione, una via larga e facile da seguire, senza il sudore del combattimento spirituale: ecco le infami proposte. Viene subito alla mente il Vangelo con la tentazione rivolta a Gesù: “Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro magnificenza e gli disse: ‘ Tutte queste cose io te le darò, se prostrato a terra mi adorerai’” (Mt 4, 8-9). “Satana vuole rapinare l’uomo a Dio perché ne pretende l’adorazione. Egli odia Dio, perché non accetta di essere una creatura. Vorrebbe essere Dio, ma non lo può. Da qui si genera la sua ribellione e la sua volontà di creare un suo regno in alternativa a quello divino. La sua massima aspirazione è quella di ottenere dall’uomo quel culto e quell’adorazione che una creatura deve rendere solo al suo Creatore”.(3) La seduzione di satana, principe di questo mondo, risiede nel voler creare un nuovo regno alternativo a quello divino e pretenderne il culto. L’adorazione a sotona trova terreno fertile in una struttura sociale ideale ed immacolata – crede l’uomo- che rispecchia l’aldiquà e non l’aldilà. Gesù infatti dice: “Il mio regno non è di questo mondo. Se di questo mondo fosse il mio regno, le mie guardie avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei. Ora, il mio regno non è di qui.” (Gv 18,36) Una società, quella dell’aldiquà, con la parvenza e la seduzione di rendere gli uomini in grado di governare e dirigere il Creato senza la mediazione di un pontifex, il quale ha il preciso compito, appunto, di pontificare con il potere di Cristo Gesù: lo Spirito Santo. “Gli disse allora Pilato: ‘Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?’. Rispose Gesù: ‘Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi mi ha consegnato nelle tue mani ha una colpa più grande’ ” (Gv 19, 10-11). Il regno terreno creato dall’uomo, con le sue sole forze e senza il potere e la mediazione che viene dall’Alto, è un regno slegato da una valenza sacrale. In effetti per Sant’Agostino, accanto ad una Città di Dio che sorge per l’umiltà degli uomini e nello stesso tempo ne rafforza le virtù in un’autentica esperienza di fede, si contrappone un’altra città. Gli abitanti di questa città, preferiscono sostituire alla luce della Verità, al vero Dio, i propri dèi orgogliosi e superbi. “Come abbiamo udito così abbiamo anche veduto nella città del Signore degli uomini valorosi, nella città del nostro Dio; Dio l’ha fondata per l’eternità (Sal 47,9); e in un altro Salmo: La corrente del fiume rende fertile la città di Dio, l’Altissimo ha reso santa la sua tenda, Dio è in essa, non crollerà (Sal 45,5-6). Abbiamo appreso da queste simili testimonianze che esiste una città di Dio. Sarebbe troppo lungo citarle tutte. E abbiamo desiderato esserne cittadini con quell’amore che ci ha ispirato il suo fondatore. A lui, fondatore della santa città, i cittadini della città terrena antepongono i propri dèi. Non sanno che Egli è il Dio degli dèi, non degli dèi falsi, cioè ribelli e superbi che, privati della sua luce immutevole e universale e ridotti pertanto a uno stato di degenere autorità, bramano di conseguire in qualche modo un proprio potere e chiedono onori divini a coloro che hanno sottomesso con l’inganno”.(4) Una città falsa e peccatrice, dove le virtù sono rimpiazzate dal pervertimento morale dato da una volontà umana contro la stessa natura; quella natura umana che è immagine della Trinità. Di conseguenza, una città terrena e ribelle a Dio non rispecchia l’immagine Trinitaria. “Cominciarono ad essere cattivi in segreto per incorrere in un’aperta disobbedienza. Non sarebbero giunti all’azione cattiva se non precorreva la volontà cattiva. E inizio della volontà cattiva fu senz’altro la superbia. Inizio di ogni peccato appunto è la superbia. E la superbia è il desiderio di una superiorità a rovescio. Si ha infatti la superiorità a rovescio quando, abbandonata l’’autorità cui si deve aderire, si diviene e si è in qualche modo autorità a se stessi”.(5) Fin qui ci rendiamo conto di un sovvertimento sostanziale, di una superiorità a rovescio di fronte ad azioni che non inventano nulla di nuovo, ma ne ribaltano sostanzialmente il senso. A Dio e alla Sua autorità si sostituisce l’io, che diviene autorità a sé stesso e si adora per mezzo di una schiera di dèi ribelli. Mi verrebbe quasi da dire: libero Dio in libero io, che fa eco a libera Chiesa in libero Stato!!! Gli uomini, divisi in “ uomini ribelli” e “ uomini devoti”, saranno quindi quelli superbi e quelli umili. “E’ bene avere il cuore in alto, però non a se stesso che è proprio della superbia, ma al Signore che è proprio dell’obbedienza la quale può essere soltanto degli umili (…) Dunque nella città di Dio e alla città di Dio esule nel tempo si raccomanda soprattutto l’umiltà e viene messa in grande rilievo nel suo Re che è il Cristo, ed è dottrina della Sacra Scrittura che nel suo rivale, che è il diavolo, domina il vizio contrario che è la superbia. Ne deriva la grande diversità per cui l’una e l’altra città, di cui parliamo, si differenziano, una cioè è società degli uomini devoti, l’altra dei ribelli, ognuna con gli angeli che le appartengono, in cui da una parte è superiore l’amore a Dio, dall’altra l’amore di sé”.(6) Ma è l’amore umano verso il Dio Uno e Trino a fondare le società, ed è con l’amore che l’uomo si reintegra in un corso naturale delle cose. Così è l’uomo che contribuisce in Dio alla realizzazione della pace, contrariamente all’amore di sé. “Due amori dunque diedero origine a due città, alla terrena l’amore di sé fino all’indifferenza per Iddio, alla celeste l’amore a Dio fino all’indifferenza per sé. Inoltre quella si gloria in sé questa nel Signore”.(7) Sovvertita quindi l’autorità, dalla divina all’umana, l’uomo terreno ribelle e superbo della città del diavolo diviene in qualche modo devoto alla sua nuova religione ed ai suoi nuovi idoli: “perciò divennero sciocchi e sostituirono alla gloria di Dio non soggetto a morire l’immagine dell’uomo soggetto a morire e di uccelli e di quadrupedi e di serpenti e in tali forme di idolatria furono guide e partigiani della massa. Così si asservivano nel culto alla creatura anziché al Creatore che è benedetto sempre”.(8) Società quindi, sciolta da Dio, che si gloria in sé stessa come portatrice di neo-culti per guidare le masse, in un “mondo più libero”, “più felice” e di “pace”. Insomma liberté, égalité, fraternité. “Tutte queste cose io te le darò, se prostrato a terra mi adorerai”. La città di Dio è quindi portata in terra, ed è istituita con la venuta di Cristo: la Chiesa di Roma pellegrina, che media fra le città terrene, le quali da sole non possono assicurare la pace; quella non degli uomini fondata su falsi valori, ma quella portata e garantita da Cristo (9). Questa pace, intesa ed identificata come la “tranquillità dell’ordine e assetto di cose uguali e diseguali che assegna a ciascuno il proprio posto”,(10) viene garantita da Cristo Gesù tramite la Sua Santa Chiesa ed i Suoi uomini devoti. E’ opportuno a questo punto intendere che una città terrena, quella ribelle e superba, secondo Agostino è una città in lotta con sé stessa e con gli altri, poiché si fa idolatricamente portatrice di una verità incondizionata, sua e solamente sua. Nulla vi sarà, al di fuori della superbia, che legittimerà qualsiasi azione. Queste azioni legittimate, pertanto, non verranno da Cristo tramite il Suo Santo Spirito che vive nella Santa Chiesa - ‘Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto’ -, ma tramite l’uomo; quindi con un potere che viene dal basso per mezzo di un insieme di valori e dogmi che la città terrena si è posta. Simili città terrene, quelle che prendono il volto di questo mondo dell’aldiquà, si definiranno sempre immacolate; ovvero fondate giuridicamente senza colpe originali, e perciò infallibili e senza macchie di peccato nella loro verginale missione terrena di guide e partigiani della massa. La storia moderna ne è piena di esempi, dalla Rivoluzione francese in poi. Lo Stato liberale in qualche modo incarna l’aspettativa messianica di una società perfetta: “vivere nel migliore dei mondi possibili”; partorisce l’attesa di una umanità nuova. Il culto a Garibaldi è un grandioso esempio di sacralizzazione politica, ma anche attesa messianica di un capo, creato da un sincretismo fra religione tradizionale - quella cristiana cattolica per intenderci - e religione secolare e civile - quella massonica liberale -. “Per assecondare la religiosità delle classi popolari ed evitare che il suo acceso anticlericalismo ne potesse incrinare il favore, Garibaldi è stato descritto come un uomo dotato di speciale carica e favore religioso, una sorta di santo, quando non addirittura un alter ego di Cristo (sic!). L’assimilazione raggiunge livelli parossistici. Fra Pantaleo lo paragona senza neppure ricorrere ad allusioni a Gesù: in certa iconografia popolare la identificazione è smaccata e blasfema, si basa anche sulla confusione dei tratti somatici, sulla chioma bionda e la barba. ‘I suoi tratti forti e benevoli coi capelli alla nazzarena contribuivano all’illusione; ci furono contadini che , vedendolo, credettero realmente in un’apparizione o in un secondo avvento’. Si stampano santini e icone nelle quali la sua immagine è capziosamente simile a quella di Cristo, o - in altri casi - a quella di San Pietro (ritratto affiancato a un San Paolo che somiglia in maniera inquietante a Mazzini). Ci sono addirittura stampe che lo mostrano crocifisso o ascendente al cielo, in Meridione gli vengono attribuiti poteri magici e divini”.(11) Lo stesso avvenne anche con la religione comunista che prometteva in prospettiva l’arrivo di un mondo e di una società migliore “con il fascino di una dottrina che appariva, contemporaneamente, come una scienza, come una fede, e come potenza politica che prometteva liberazione, emancipazione ed uguaglianza a tutti i popoli”.(12) “Nella maggior parte dei nuovi regimi avvenne un processo sincretico di fusione fra comunismo e religione tradizionale, soprattutto attraverso la sacralizzazione del capo, il quale incarnava in sé i principi, i valori e i comandamenti della nuova ideologia politica, mentre, nelle stesso tempo, la sua figura veniva ammantata di sacralità anche dalle credenze religiose popolari”.(13) Ed in seguito il corpo di Lenin verrà imbalsamato e venerato con le sue reliquie, come un santo “donato” per mezzo della redenzione comunista, nata dalla immacolata e verginale ideologia marxista-stalinista-leninista, portatrice in seno della buona novella salvifica-bolscevica a tutte le genti.
Lo stesso sistema di sincretismo fra religione tradizionale e religione secolare e civile avviene con la nascita degli Stati Uniti d’America, di matrice massonico-protestante-puritana. Nonostante che nella Costituzione degli Stati Uniti 1787 non vi sia nessun riferimento a Dio, e nel primo emendamento ad essa nel 1791 vi si garantisca la libertà a tutte le religioni - senza però riconoscere a nessuna la funzione di Chiesa dello Stato - gli Stati Uniti si considerano un popolo scelto specificatamente da Dio, il quale ha dato loro una missione salvifica a beneficio di tutta l’umanità. Bisogna capire quale “dio” invoca l’America. Assai forte è la valenza simbolica sacrale e rituale, di matrice massonico-luciferina per intendersi, espressa nel dollaro americano dalla scritta In God We Trust (Confidiamo in Dio) o, al di sopra dell’immagine della piramide con il “sacro” triangolo e l’occhio divino, dalla scritta di virgiliana memoria: Annuit Coeptis (Ha favorito la nostra impresa). Il simbolismo del dollaro è in effetti il veicolo di una fede: quella del popolo americano verso la propria nazione; una nazione che in qualche modo, al di là delle apparenze democratiche, si definisce “regale”. Continuando con le immagini presenti sulla banconota, notiamo infatti la rappresentazione di un’aquila dalle ali spiegate, che stringe con gli artigli delle frecce e un ramo d’olivo, mentre col becco dispiega un nastro che reca la scritta: E Pluribus Unum (Da molti uno). Novello Israele, il popolo americano è in una Nuova Terra Promessa, punto d’inizio per un nuovo annuncio alle genti. Dio annuncia alla nuova terra americana, immacolata e vergine, non corrotta dalla Vecchia Europa, sede - così si disse - dell’anticristica teocrazia del papato di Roma, della venuta redentrice di un Novus Ordo Seclorum. Questa terra vergine darà il suo fiat mihi. Il 4 luglio 1776 la Dichiarazione d’Indipendenza reciterà che il popolo americano assume “tra tutte le altre potenze della terra quel posto distinto ed eguale cui ha diritto per legge naturale e divina”, ed invoca il totale abbandono “al supremo Giudice dell’universo quanto alla rettitudine delle nostre intenzioni” con una “ ferma fiducia nella protezione della Divina Provvidenza”.(14) Quel continuo richiamare Dio sia nel dollaro, sia nell’aggiunta del 1954 alla formula di dichiarazione secondo cui gli Stati Uniti sono: One Nation Under God (nazione sottomessa a Dio: quindi una specie di omologo di un qualunque fondamentalistico stato islamico!!!), sia ancora nel giuramento alla Costituzione con la celebre frase: So help me God (Che Iddio mi aiuti), ebbene tutto ciò fa sottintendere che la religione americana è una religione civile. La visione religiosa di una nazione Americana immacolata nella sua fondazione e messianica nella sua missione salvifica per le genti, lascia intendere che chi è con l’America è con Dio, e chi non è con questo dio non è di conseguenza con l’America: dio inteso come insieme di valori sociali ed ideologici che tiene unita la comunitas fidei. Il dogma dell’immacolata concezione americana risulta quindi essere per gli stessi americani un “evento pari per importanza alla nascita di Cristo”,(15) poiché essa nazione americana ha partorito “un uomo nuovo che agisce secondo nuovi principi”,(16) prendendo le sembianze di una specie di messia collettivo. Parlare di una nazione come evento messianico, ma anche portatrice e testimone di questo evento di salvezza, è in qualche modo già parlare di attese escatologiche. Herman Melville notava che l’essenza messianica della nazione americana era già nella natura divina della sua democrazia intesa come dignità sacra. “Quella dignità democratica che si irradia senza fine su tutta la ciurma di Dio, da lui stesso, il grande e solo Dio che è centro e circonferenza di ogni democrazia: è la sua onnipresenza e la nostra eguaglianza divina”.(17) Un dio, un messia che si incarna nel popolo, si incarna nei valori civili, si incarna nella città terrena, al di sopra di qualsiasi altro. “Noi americani siamo un popolo speciale, un popolo eletto, l’Israele della nostra epoca, noi rechiamo l’arca delle libertà del mondo (…) Dio ha predestinato, e l’umanità attende grandi cose dalla nostra razza; e grandi cose noi sentiamo nella nostra anima. Il resto delle nazioni deve ora porsi sulla nostra scia. Noi siamo i pionieri del mondo, l’avanguardia, inviata attraverso un deserto inesplorato per aprire una strada nel Nuovo Mondo che ci appartiene. Nella nostra giovinezza è la nostra forza, nella nostra inesperienza è la nostra sapienza. In un periodo in cui le altre nazioni mormorano appena, la nostra voce profonda giunge lontano. Troppo a lungo siamo stati scettici su noi stessi, e abbiamo dubitato dell’avvento di un Messia politico. Ma egli è venuto in noi, se noi daremo espressione ai suoi incitamenti”. (18)Il messia americano, nato da una terra e dall’insieme di un popolo immacolato e vergine, si fa vivo e presente nelle strutture di valori che accomuna l’intera nazione: l’amor di patria, gli eroi dell’indipendenza, le feste e le ricorrenze, le istituzioni, vi si genera una vera struttura religiosa che sembra ricalcare come parodia sovversiva la religione della città di Dio. “La religione americana ha le sue ‘sacre scritture’ che sono la dichiarazione di indipendenza e la Costituzione, custodite e venerate come le tavole della Legge; ha i suoi profeti come i Padri Pellegrini; celebra i suoi eroi santificati, come George Washington, il ‘Mosè americano’ che ha liberato dalla schiavitù inglese il ‘Nuovo popolo di Israele’, cioè gli americani delle colonie, conducendolo nella Terra promessa della libertà, dell’indipendenza e della democrazia; venera i suoi martiri, come Abraham Lincoln, vittima sacrificale assassinata il Venerdì santo 1865, mentre la nazione americana era stata sottoposta al fuoco rigeneratore di una crudele guerra civile per espiare le sue colpe e riconsacrare la sua unità e la sua missione”.(19) “Lincoln entrò immediatamente nel Pantheon della religione civile americana, occupandovi un posto eletto, pari soltanto a quello di Washington: accanto al Padre della nazione, sedeva ora il Figlio che si era immolato per salvare l’unione e la democrazia”.(20) Vista in questa prospettiva religiosa, la questione si complica dopo la tragedia dell’11 settembre e le conseguenti decisioni belliche di Bush. “Di conseguenza, i suoi soldati non sono solo combattenti terreni, sono diventati missionari. Non uccidono semplicemente dei nemici, vanno a caccia di demoni. (…) La nozione del popolo eletto si è gradualmente modificata in un’idea più pericolosa. Non si tratta più degli americani come popolo scelto da Dio: l’America stessa è percepita ora come un progetto divino (…) La bandiera è diventata sacra come la Bibbia, il nome della nazione sacro come il nome di Dio, il presidente è diventato un sacerdote. Di conseguenza, chi fa obiezioni sulla politica estera di George Bush non è soltanto un critico, è un sacrilego o un anti-americano”.(21) In questo senso la nazione americana, divenuta regno di Dio in terra, è stata sottoposta ad un sacrificio rituale per mezzo di martiri.
Alla luce di ciò noi crediamo che siamo ad un punto cruciale e decisivo della storia, proprio perchè sul suolo americano non era mai avvenuto un attacco del genere e di questa portata e valenza. Ovverosia, trasponendo il tutto nei termini del nostro discorso, mai la terra americana immacolata e benedetta aveva dovuto subire una spada che trafiggesse il centro del suo cuore - il suolo americano stesso - e vedere flagellato e crocifisso suo figlio - il messia collettivo con il volto dei tanti poveri morti nella tragedia,(22) con il volto soprattutto dell’intera civiltà democratica con i suoi simboli, politico-economici, crocifissa per la prima volta in maniera così esplicita e diretta -. E’ in quel momento che si è compiuto e realizzato il tutto! Chi è con l’America è con il dio democratico che ha subìto il martirio nella sua terra promessa, nonché partecipa alla missione salvifica, rivolta a tutte le genti, di esportare quell’unica presenza divina che è la democrazia. Chi al contrario non percepisce ciò come suo modello di vita e di politica, e quindi non è con l’America, è tale da essere considerato un eretico, perchè rifiuta di vedere e di “adorare” in quella povera gente morta nella sciagura il “sacrificio” del dio collettivo. Naturalmente vi deve essere un atto pontificale per far discernere il bene dal male e guidare il popolo redento nella sua testimonianza democratica. Il sacrificio di milioni di vittime ha preso un volto, ed il messia collettivo con l’intero mondo democratico ha parlato per bocca di un pontifex: George W. Bush. “Noi - dice Bush - non possiamo comprendere interamente i disegni e la potenza del male. Ma è sufficiente sapere che il male, come la bontà esiste. E ha trovato nei terroristi dei servitori volontari”.(23) L’America stessa è divenuta strumento salvifico, ed una missione le è stata consegnata dal dio collettivo martirizzato in quell’11 settembre il quale ha parlato per mezzo del presidente suo pontifex. Questi ha dichiarato che la nazione americana ha “la grande opportunità in questo tempo di guerra di guidare il mondo verso valori che possono arrecare una pace duratura”.(24) E ciò non costituisce del resto una novità: “In ogni guerra, l’America aveva creduto di agire in nome di Dio e protetta da Dio, contro le forze del male, identificato con il diavolo o, nel pensiero apocalittico, con l’anticristo. La demonizzazione degli indiani, da parte dei coloni puritani, fu la giustificazione per iniziare il loro genocidio. Durante la guerra di indipendenza il male fu rappresentato dall’Inghilterra, il novello faraone che voleva tenere in schiavitù il nuovo popolo d’Israele. Poi, nei primi anni della Repubblica, il male fu identificato con le fazioni che minavano l’unità della nazione e con le cupidigie espansioniste della vecchia, reazionaria, corrotta, bellicosa e bigotta Europa del dispotismo e della teocrazia papale. Successivamente, l’insidia del male proveniente dal vecchio mondo fu vista negli immigrati cattolici ed ebrei. Durante la Guerra civile, nordisti e sudisti si demonizzarono reciprocamente (…) La potenza malefica riassunse l’aspetto del nemico esterno durante le due guerre mondiali (…) Poi, nei lunghi anni della Guerra fredda, il male fu incarnato dall’Unione Sovietica e dal comunismo (…) Alle fine del Ventesimo secolo, il male ostile alla democrazia di Dio aveva trasmigrato dalla Russia in Medio Oriente, assumendo le sembianze di Saddam Hussein (…) Poi, dall’11 settembre, il male si incarnò nei terroristi islamici e in Osama bin Laden: e fu nuovamente guerra dell’America in nome di Dio per la difesa della libertà”.(25) “Gli apocalittici della destra religiosa(26) si sono sentiti in sintonia con la politica estera del presidente Bush perché sono fautori della potenza militare americana (così come sono sostenitori, al pari di Bush, della pena di morte e della libertà del porto d’armi), considerano le Nazioni Unite uno strumento satanico per imporre un ordine mondiale antiamericano, e sostengono lo Stato d’Israele gli insediamenti territoriali ebraici nei territori palestinesi, perché secondo la profezia apocalittica, il ritorno degli ebrei in possesso della Terra Santa anticipa l’avvento del Regno di Cristo ( e la loro conversione al cristianesimo), e soprattutto credono nella missione universale della democrazia americana come nazione eletta da Dio. Per questi motivi, la teologia di guerra di Bush ha ricevuto il consenso di larga parte dei cristiani conservatori, degli evangelici tradizionalisti, dei fondamentalisti”.(27)
Sia assolutamente chiaro che qui non si vuole parteggiare per nessuno, se non con la Santa Romana Chiesa ed il Suo Santo Pontefice. Nostro Signore Gesù, Infinita Misericordia, non può essersi schierato con una nazione, per combattere un’altra parte di mondo che Egli dovrebbe invece aver rinnegato! Se così fosse Egli non sarebbe più un Dio che è morto per tutti! Perciò ancora una volta ci rivolgiamo al mondo cattolico affinché non cada nella trappola seducente della faziosità sentimentale, del parodistico revival delle crociate neocon e dei “profeti della televisione”.(28)
‘Dai frutti li riconosceremo’: e non siamo stati certo noi ad affermarlo! E dite voi se il continuo sangue che scorre in Terra Santa ed in Medio Oriente possa essere considerato un buon frutto da cogliere! Da cattolici rimaniamo fedeli alle decisioni della Santa Sede, che si oppose già con Giovanni Paolo II sia alla Guerra del Golfo, sia all’attacco contro l’Afghanistan, sia a quello contro l’Iraq. Un monsignore lo fece capire con toni assai forti: “Non vogliamo essere i cappellani della Casa Bianca”.(29) E’ un mondo che pare aver preso un’oscura strada con questo suo voler compiere la parodia di passione, morte e resurrezione di Cristo: l’unico Dio nato per mezzo di una Vera Terra Vergine. Slegata dalla città di Dio, dalla Chiesa pellegrina, l’umanità si sta sovrapponendo ad Essa sostituendola tramite la costruzione di città terrene ribelli e superbe a Dio. Continui neo-culti nascono da ideologie e filosofie che pretendono di essere portatrici in seno di una nuova buona novella da dare all’umanità. Si considerano immacolate poiché l’ombra dell’imperfezione del peccato non li sfiorò né prima né mai. Questa pseudoimmacolatezza che prende nome di relativismo, (che chiamiamo la religione del secondo me…) partorisce continue nuove religioni, nuove presenze di speranze messianiche. La religione scientista, la religione ecologista, la religione politica ed ideologica di uno Stato, la religione del martire dello Stato, la religione fondamentalista, la religione laicista, la religione della filosofia, la religione fai da te, la religione new age, la religione sportivo-domenicale, la religione di internet e dei suoi forum, la religione del cantante rock morto ed idolatrato, la religione dei consigli televisivi, la religione dei film cinematografici (tanto per citare, ricordo incidentalmente l’avvenuta nascita della religione dello jediismo, che si ispira ai cavalieri Jedi della saga di “Guerre Stellari”),(30) la religione delle mode, la religione del suicidio, la quale pare aver trovato in Giappone numerosi adepti,(31) la religione del turismo, la religione dei messaggi tramite cellulare ecc. ecc. ‘ Tutte queste cose io te le darò, se prostrato a terra mi adorerai’. Dirà la Madonna a Medjugorje: “Cari figli sono venuta a voi con le mani aperte per prendervi tutti nel mio abbraccio sotto il mio manto. Ma non posso fare questo finché il vostro cuore è pieno di luci false ed idoli falsi.” (02.08.2005) Tutto questo strano equilibrio, pieno di luci false ed idoli falsi, vincola e legittima questa nuova religione - o meglio dissoluzione - di questa nostra comunitas fidei. Infatti tutte queste false religioni vengono considerate dall’uomo come entità sacre, di natura divina, senza le quali verrebbe meno il nostro sentirsi messia collettivo; e di conseguenza fallirebbe la nostra società, che affonda le sue radici proprio nella libera e nuova re-interpretazione della realtà. Un vero e proprio totem a cui noi diamo quotidianamente il nostro bacio spirituale. ‘Vattene satana! Sta scritto: Adorerai il Signore Dio tuo e a lui solo presterai culto’ .(32) Vi si scorge, quindi, la sfumatura di una lotta quella fra la Donna ed il drago. La Gospa, vera Immacolata, e sotona che tenta di travestirsi e rubare il forte e decisivo ruolo svolto dall’unica e vera Immacolata in questi nostri ultimi tempi, prima della Sua vittoria. Un travestimento che sembra addirittura avvalersi, sovrapponendosi, della famosa immagine apocalittica della Donna: “Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto”(Ap 12,2). Fu Condoleezza Rice ad affermare, a riguardo della guerra tra Israele e Libano: “Il mondo sta ascoltando 'le doglie' del nuovo Medio Oriente che nasce, e non possiamo tornare indietro a quello vecchio”. E’ stato scritto da Domenico Savino: “E tuttavia non è questa espressione - ‘Nuovo Medio Oriente’, intendo - ciò che inquieta nella dichiarazione della Rice, ma il fatto che Condoleezza l'abbia accompagnata con una ‘formula’ che è in realtà un messaggio in codice: il mondo sta ascoltando le 'doglie' del 'Nuovo Medio Oriente' che nasce, e non possiamo tornare indietro a quello vecchio. L'espressione ‘doglie del nuovo Medio Oriente che nasce’ non è casuale ed è densa di significati religiosi. ‘Doglie del parto’ è espressione usata tra il resto nel Capitolo 12 dell'Apocalisse, laddove è scritto: ‘Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto’. A quest' immagine ricorre anche san Paolo, quando insegna che la creazione, proprio a causa della «schiavitù del peccato», è stata sottomessa alla caducità e, per questo, geme e soffre nelle doglie del parto, attendendo con impazienza la rivelazione dei figli di Dio, poiché soltanto su una tale strada può essere veramente liberata dalla schiavitù della corruzione, per partecipare alla libertà e alla gloria dei figli di Dio (confronta Romani 8,19-22). L'Apocalisse, che nella lettura cattolica, descrive ad un tempo la venuta ed il ritorno del Cristo sulla terra e la terribile ma inutile lotta di Satana contro di Lui e la Chiesa, si ricollega all'insegnamento di Paolo che proietta la pienezza della Redenzione nella dimensione escatologica finale”.(33)
Proprio in Medio Oriente le doglie di Hiram (34)si fanno più violente, “le truppe ebraiche hanno osato accerchiare e bombardare Nazareth, la città dell’Annunciazione, la fonte segreta della salvezza di tutti, senza alcun rispetto per Maria, per la Vergine che è gloria di Israele, per questo Fiore dei fiori della Torah”.(35) Quell’Hiram che ha sovvertito il nome di Marih (36)(contrario del nome e contraria ad esso) travestendosi e mascherandosi; tentando di distruggere tutto ciò che conduce a Lei, vera Immacolata Concezione, e prendendo la Sua immagine per sostituirLa con quella sua parodia animalesca. “L’allora premier di Israele, Benjamin Netanyahu, per annunciare un servizio sulla ingegneria genetica e sulla possibilità di creare incroci tra persone umane e animali, aveva scelto il quadro di una donna con un bambino in braccio e alla quale, con un fotomontaggio, era stata data la testa di una mucca. Quel quadro, però, era cristiano e la figura femminile con il Figlio era la Madonna”.(37) L’immagine di una parodia. Ecco quindi la lotta fra la Gospa e sotona, quando il sovvertitore si traveste da Immacolata Concezione. I figli nati sotto Maria Immacolata saranno gli uomini devoti, i figli di Dio. I figli nati dal drago saranno gli uomini ribelli che si considereranno, come parodia, dio in terra. Un’umanità intera che si sta considerando essa stessa come messia collettivo. “Ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: ‘Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete’ . Ma il serpente disse alla donna: ‘Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male’ ”.(38)
O Maria tu sola sei Immacolata e Vergine e nessun altro Ti potrà mai eguagliare e sovrapporsi alla Tua celeste immagine. Seppur nella nostra continua infedeltà alla legge di Cristo, noi umilmente Te ne preghiamo supplichevoli, nemica di ogni eresia diabolica, schiaccia la testa al serpente che insidia le nostre vite, mostrandosi come astuto sovvertitore e scimmia di Dio nel mondo. Donaci la grazia, o Vergine Immacolata, di combattere fino alla morte, se necessario, come veri Tuoi soldati, fai risorgere la cavalleria di Cristo pronta a difendere, con il Tuo Santissimo aiuto, senza mezze misure la Santa Romana Chiesa ed il Suo Santo Pontefice. Te ne preghiamo, seppur nelle nostre debolezze ed infermità. Ma sia fatta sempre la volontà di Dio e non la nostra. O Regina della Pace, prega per noi.

Federico Intini
Associazione Studi Cavallereschi San Giuseppe da Leonessa




Note:

[1] E’ il tempo di Maria. Chiamata alle armi per i suoi cavalieri di Cristo: http://www.identitaeuropea.org/archivio/articoli/intini_tempo.html http://www.katechon.net/modules/news/article.php?storyid=1972
2 Satana appare a Mirjana: http://medjugorje.altervista.org/doc/mirjana//satana_mirjana.html
3 Padre Livio Fanzaga, Il Falsario. La lotta quotidiana contro satana, Sugarco edizioni, 1999, p. 107
4 Sant’Agostino, De civitate Dei, 11,1
5 Idem, 14,13
6 Idem, 14, 13.1
7 Idem, 14,28
8 Ibidem
9 Mt 10,34; Lc 22,36; Gv 14,27;
10 De Civitate Dei, 19,13.1
11 In Gilberto Oneto, L’iperitaliano. Eroe o cialtrone? Biografia senza censure di Giuseppe Garibaldi, il Cerchio,2006. pp.252-253
12 Emilio Gentile, Le religioni della politica. Fra democrazie e totalitarismi, Laterza, 2007 p.168
13 Idem, p.171
14 Emilio Gentile, idem, p. XV
15 Albanese, The Sons of the Fathers, p.107 cit. in Emilio Gentile, idem, p.34
16 J.H.St.J. Crèvecoeur, Letters from an American Farmer, a cura di W.B. Blake, NY, 1912, p.44 cit. in Emilio Gentile, idem, p.35
17 H. Melville, Moby Dick ( 1851), Milano 1966, pp.127-28 cit. in Emilio Gentile, ibidem
18 Id., White Racket (1850), cit. in Emilio Gentile idem p.36
19 Emilio Gentile, idem p. XVI
20 Emilio Gentile,idem, p.37
21 G. Monbiot, Post-9/11 America Is a Religion, 30 luglio 2003, http:// http://www.alternet.org/ cit. in Emilio Gentile, La democrazia di Dio. La religione americana nell’era dell’impero e del terrore, Laterza, 2006 p. 213
22 Come ci informa Emilio Gentile in La democrazia di Dio p.169 veniamo a conoscenza che alcuni dalle macerie del World Trade Center raccolsero polvere e ciottoli dal suolo, mettendoli in apposite bottiglie come simboliche reliquie dei martiri della fede americana. Nasce quindi la religione dell’11 settembre.
23 Presidents Pays Tribute at Pentagon Memorial: Remarks by the President at the Department of Dense Service of Remembrance, 11 ottobre 2001 cit. in Emilio Gentile, La democrazia di Dio, idem p.134
24 The President’s State of the Union Address, 29 gennaio 2002 cit. in Emilio Gentile, ibidem
25 Emilio Gentile, idem, pp.135-137
26 Mi ritornano a questo punto ancora una volta alla mente alcune frasi della Madonna di Medjugorje, la Regina della Pace : “Quelli che fanno predizioni catastrofiche sono falsi profeti. Essi dicono: in tale anno, in tale giorno, ci sarà una catastrofe. Io ho sempre detto che il castigo verrà se il mondo non si converte. Perciò invito tutti alla conversione. Tutto dipende dalla vostra conversione.” (15 dicembre 1983) “Voi sbagliate quando guardate al futuro pensando solo alle guerre, ai castighi, al male. Se pensate sempre al male vi mettete già sulla strada per incontrarlo. Per il cristiano c'è un unico atteggiamento nei confronti del futuro: la speranza della salvezza. Il vostro compito è quello di accettare la pace divina, viverla e diffonderla. E non a parole, ma con la vita.” ( Messaggio 10 giugno 1982) Ciò non è in netto contrasto con certa politica internazionale neocon e telepredicativa, e con certe strategie della tensione fondamentalistiche?
27 Emilio Gentile, La democrazia di Dio. La religione americana nell’era dell’impero e del terrore, Laterza, 2006 p. 196
28 Rimando l’approfondimento di tale argomento, ovvero alle basi del pensiero della forte ed influente corrente nichilista neocon e la deriva della destra cattolica ad un articolo scritto da Luigi Copertino: http://www.identitaeuropea.org/archivio/articoli/copertino_deriva.html
29 http://www.quadranteuropa.it/articolo.asp?idarticolo=5327
30 http://www.antrocom.net/upload/sub/antrocom/030107/04-Antrocom.pdf
31 La chiamata al suicidio collettivo, vista come liberazione e realizzazione dell’individuo, avviene tramite internet con annunci di questo tipo: “Cerco ragazzi che vogliono morire con me in tal giorno, nel tal posto, nel tal modo” da: http://www.antrocom.net/upload/sub/antrocom/010105/07-Antrocom.pdf
32 Mt 4,10
33 http://www.effedieffe.com/rx.php?id=1321%20&chiave=doglie%20messianiche. Vi si può inoltre leggere in questo articolo un importante ed efficace riassunto sul fondamentalismo evangelico protestante e sulla sua influenza nella politica della Casa Bianca assieme ai nichilisti neocon.
34 Hiram è il nome dell’architetto capo della costruzione del Tempio di Re Salomone. Esso è anche il nome della rivista del Grande Oriente d’Italia. Intendiamo quindi per Hiram l’intero progetto massonico di creare un nuovo umanesimo come unica via, come di recente ha voluto dire il Gran Maestro Gustavo Raffi, ma anche i “bollori” di certo fondamentalismo integralista ebraico di voler ricostruire il Tempio di Salomone sulla spianata delle moschee a Gerusalemme ripetendo l’antico rito. Ricostruire il Tempio sarebbe un autentico abominio, poiché il Cristo, oltre che ultima Vittima sacrificale morta per tutti è anche il Tempio. Ne spiega bene le modalità e l’ attualità di questo piano Maurizio Blondet in I fanatici dell’Apocalisse. Ultimo assalto a Gerusalemme, Il Cerchio, Rimini. Al piano legato al nome Hiram si contrappone il piano vittorioso di Marih. Da parte nostra con questo simbolo, il quale rimanda sempre a qualcosa più in Alto di noi, riusciamo a scorgere la battaglia fra la Donna ed il drago, il quale si traveste tentando di sovvertire il nome di Maria e gli insegnamenti della Santa Romana Chiesa. Prendiamo l’arma: il Santo Rosario.
35 Citazione di Louis Massignon in Vittorio Messori, Ipotesi su Maria, Ares, 2005, p.504
36 Marih è la forma greca del nome Maria. Traslitterandolo in italiano si pronuncia Marie.
37 Vittorio Messori, Ipotesi su Maria, Ares, 2005, p.505
38 Genesi 3,3-5