martedì 2 ottobre 2007

Agorà dei giovani. Fra il Cristo presenza e il cristo umanitarismo


Lo scorso 1 e 2 settembre, vi è stato il grande raduno dei giovani nella piana di Montorso presso Loreto: l’agorà dei giovani. Si attende l’incontro con il Papa. Una presenza a quanto pare non scontata quella del Pontefice fino alla Sua conferma avvenuta durante l'Angelus del 29 ottobre 2006. Una piazza di giovani cattolici aperta al mondo; un’ occasione in più per contribuire a portare il messaggio e la Presenza di Cristo verso una gioventù, come è quella di oggi, veramente messa alla prova ed in forte difficoltà. Avvolta in un vero e proprio sbando esistenziale. C’è molta gente nella piana, e ve ne si trovano di tutte le età. Fra questi c’è chi già con fermezza segue Cristo, chi lo cerca, chi ancora tiepido, chi è venuto solo per curiosità. Il palco a detta del suo architetto Roberto Malfatto “è stato progettato in continuità con il percorso iconografico iniziato a Loreto nel 2004 e proseguito a Bari nel 2006. Nel primo, l'ispirazione venne dalla centralità della croce e nel secondo dalla capacità di sintesi dell'ellisse. Quest'anno è l'arco, il ponte, ad essere il cardine del progetto. Nella costruzione architettonica dello spazio, insieme alla forma circolare ci sono poi altri due richiami fondamentali: l'acqua, segno chiave di tutto l'incontro, e l'ottagono, simbolo del fonte battesimale”. Al centro invece del palco mi si fa notare una cosa alquanto ambigua. Un pentagono superato da una specie di fiammella o ricciolo che sembra quasi sostituire sia la presenza sia la centralità fisica-dottrinale della croce, solo tranne quando c’è il Papa sul palco; ciò dovuto anche ad una esagerata a mio parere grandezza che porta di conseguenza a vedere il crocifisso come secondario. L’effetto complessivo è quello di un enorme occhio sui fedeli. Sia chiaro subito una cosa. Non si sta parlando qui di un complotto, ne di una particolare responsabilità umana, ma sicuramente si vuole evidenziare una certa influenza soprattutto filosofico-culturale che non è assolutamente della Chiesa. Sono tempi molto carichi e di prova per la Santa Chiesa ed a ciò sicuramente valgono le profetiche parole di Paolo VI riferite da Jean Guitton nel suo libro “Paolo VI segreto”: “Ciò che mi colpisce, quando considero il mondo cattolico, è che all’interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non cattolico, e può avvenire che questo pensiero non-cattolico all’interno del cattolicesimo diventi domani il più forte. Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa. Bisogna che sussista un piccolo gregge, per quanto piccolo sia”. Il pentagono infatti, simbolicamente, riassume l’armonia universale come equilibrio umano. Il simbolo di per sé nella sua funzione convenzionale o analogica evoca e veicola sempre un concetto, un’idea, fino a trasformare e plasmare il reale. Il simbolismo religioso per esempio è il mezzo che permette di unire l’umano al divino. Questa funzione è insita nella sua valenza etimologica ( dal grec. sym-ballo= unire, mettere insieme due parti distinte; contrario al dia-ballo da cui diavolo= mettere male tra due, disunire). Di conseguenza, giusto per dare a ciascuno la sua parte, rappresentazioni che trasfigurano e uniscono l’umano al divino “rivelato”: è simbolo; rappresentazioni, invece, che portano l’uomo all’umano, alla materia corruttibile, al mondo diviso da Dio: è diavolo. E credo che non bisogna sottovalutare questa sfumatura etimologica che ci può permettere di riflettere sul costante bombardamento di immagini pseudo-religiose e dissolutive proposte da questa nostra post-modernità. Fu Jung a dire che: “il simbolo può trasformare la natura stessa dell’uomo”. Alle tante e bellissime testimonianze forgianti di giovani in un forte cammino di fede che l’Agorà ha proposto non si è potuto non notare al contrario l’impossibilità di raggiungere Loreto e pregare al Santuario davanti alla Madonna, l’assenza della Croce tranne quando c’è il Papa, l’assoluta inopportunità di far cantare Baglioni e compagnia briscola in una notte che era di veglia e di preghiera; trasformando il tutto nell’Agorà Jammin Festival. Ma soprattutto ciò ha fatto risultare in secondo piano l’importanza della preghiera del Santo Padre al Santuario di Loreto. Il Cristo quella sera di conseguenza diviene un cristo umanitarista del “volemose bene”, svuotato della Sua Viva e Vera presenza, diviene un cristo ecologista che vive per la raccolta differenziata, diviene il cristo della “notte magica” e dei “cuori che battono” nella nuova liturgia fra i neo sacerdoti e predicatori di sentimentalismi d’accatto televisivi. I vari Baglioni e Vibrazioni. Insomma diviene il cristo sentimento che può facilmente confondersi con i vari Sanremo-Festivalbar. Che differenza c’è? Diviene il cristo di Maria De Filippi e delle televisioni, diviene il cristo di MTV, diviene il cristo dei vari messaggi pseudo-politici, nuove liturgie della religione civile, diviene il cristo panteista e new age quando tra la folla dell’Agorà girano palloni gonfiabili che rappresentano la Terra con un volto. E’ il cristo che piace agli show Mediaset e a tutti coloro i quali oggi rinnegano la vera Presenza di Cristo volgendo il volto del risorto in un volto umanitario-moralistico. E’ l’utopia seduttrice che sembra riecheggiare in tanto politicame oggi che si dichiara difensore della cristianità. Il Gesù campagna elettorale: il cristo fast food dei “catto- comunisti atei devoti adulti” di sinistra e i “catto-d’accatto moralisti umanitari progressisti capitalisti” di destra. Don Giussani in questo caso parlerebbe di greggismo, o meglio collettivismo o associazionismo poiché si è rinnegata la Viva Presenza del Risorto. Ne rimane al contrario un’idea astratta e filosofica carente della vera autorità; (1) e che culmina nel gran calderone sincretico relativista. Tutto ciò è anti-Cristo! Non per nulla lontano dalla fisionomia profetica di Vladimir Soloviev: “Cosciente di possedere in sé una grande forza spirituale, era sempre stato un convinto spiritualista e la sua vivida intelligenza gli aveva sempre indicato la verità di ciò a cui si deve credere: il bene, Dio, il Messia. Egli credeva in ciò ma non amava che se stesso. (…) Se gli si rinfacciava di essere così in abbondanza fornito di doni divini, egli ivi scorgeva i segni particolari di una eccezionale benevolenza dall’alto verso di lui e si considerava come secondo dopo Dio, il figlio di Dio, unico nel suo genere. In una parola egli riconosceva in sé quelle che erano le caratteristiche del Cristo. (…) Non aveva per Cristo una ostilità di principio. Gli riconosceva l’importanza e la dignità di Messia; però con tutta sincerità vedeva in lui soltanto il suo augusto precursore. Per quella mente ottenebrata dall’amor proprio erano inconcepibili l’azione morale del Cristo e la Sua assoluta unicità. Egli ragionava così: ‘ Cristo è venuto prima di me; io mi manifesto per secondo; ma ciò che viene dopo in ordine di tempo, in natura è primo. Io giungo ultimo alla fine della storia precisamente perché sono il salvatore perfetto, definitivo. Quel Cristo è il mio precursore. La sua missione era di precedere e preparare la mia apparizione’. (…) ‘Il Cristo è stato il riformatore dell’umanità, predicando e manifestando il bene morale nella sua vita, io invece sono chiamato ad essere il benefattore di questa umanità, in parte emendata e in parte incorreggibile. Il Cristo, come moralista ha diviso gli uomini secondo il bene e il male, mentre io li unirò coi benefici che sono ugualmente necessari ai buoni e ai cattivi’. (…) Era anzitutto un filantropo, pieno di compassione e non solo amico degli uomini, ma anche amico degli animali. Personalmente era vegetariano, proibì la vivisezione e sottopose i mattatoi a severa sorveglianza; le società protettrici degli animali furono da lui incoraggiate in tutti i modi. La più importante di queste opere fu la solida instaurazione in tutta l’umanità dell’uguaglianza che risulta essere la più essenziale: l’uguaglianza della sazietà generale. Questo evento si compì ne secondo anno del suo regno. La questione sociale, economica, fu definitivamente risolta.” (2) Insomma l’anticristo di Soloviev sembra avere la fisionomia di un grande umanitarista morale che usa la figura del Cristo con caratteri gnostico-filosofico a scopo politico utilitaristico senza mai ammettere la Resurrezione. In effetti l’uomo post-moderno incarna proprio questa figura. Quella del “salottiero spiritualista tuttologo”. Importante quindi difendere la nostra memoria. La nostra tradizione cristiana sotto l’ala protetta della Chiesa di Roma. A questo punto è anche interessante rileggere ciò che Renè Guenon scrisse sull’anti-Cristo inteso come individuo o come collettività appunto come greggismo-associazionismo: “Questi…sia che lo si concepisca come un individuo o come una collettività, sintetizzerà in se stesso tutte le potenze della 'contro-iniziazione'. E potrebbe essere a un tempo l' uno e l'altra, in quanto dovrà esistere una collettività che rappresenti l'esteriorizzazione della contro-iniziazione, e dovrà esistere altresì un personaggio che, posto a capo di quella collettività, ne sia come l' incarnazione, non fosse altro che a titolo di supporto di tutte le influenze malefiche (…) Sarà un 'impostore' e il suo regno non sarà altro che la 'grande parodia' per eccellenza, l'imitazione caricaturale e 'satanica' della tradizione e della spiritualità vere; e tuttavia la sua costituzione sarà tale, da essergli veramente impossibile non svolgere tale funzione (…) Questo essere, se apparirà sotto forma di un personaggio determinato, sarà più un simbolo che un individuo (…); egli dovrà essere, per così dire, completamente 'falsato' da tutti i punti di vista…sicchè la sua individualità (…) si può dire già quasi annichilita, tanto da realizzare la confusione nel 'caos' anziché la fusione nell' 'unità principale' (…) Sarà paragonabile all'automatismo di 'cadaveri psichici', animati artificialmente e momentaneamente”. (3) Tutto questo è importante tenerlo a mente, come le tante belle testimonianze di giovani dell’Agorà in un vero cammino di fede. A ciò valgono anche le bellissime e forti parole del Santo Padre il quale si è rivolto quei giorni ai partecipanti con queste parole: “Di quanti messaggi, che vi giungono soprattutto attraverso i mass media, voi siete destinatari! Siate vigilanti! Siate critici! (…) Non andate dietro all’onda prodotta da questa potente azione di persuasione.” Ed ancora: “Andate controcorrente: non ascoltate le voci interessate e suadenti che oggi da molte parti propagandano modelli di vita improntati all’arroganza e alla violenza, alla prepotenza e al successo ad ogni costo, all’apparire e all’avere, a scapito dell’essere”. La sovversione più subdola, ed i media in questo caso ne sono i veri maestri ed artefici, è proprio rendere il messaggio cristiano e quindi la presenza di Cristo in un vuoto collettivismo ad immagine di questa società idolatra e perversa. “La continuità è nella funzione e non nell’aspetto che essa assume”. Questo ci viene sbandierato oggi da molte parti. Questo è il relativismo e la sua tirannica presenza. Perciò domani sarà lo stesso considerato un pontefice degno di rispetto chiunque nel proprio giardino di casa, dopo essersi auto-eletto guida spirituale del quartiere, si sappia costruire la sua chiesa umanitaria e i suoi dogmi fai da te. Già ci pensa la religione laicista e la religione civile! Tutto questo giochetto non è una novità; già i giri di prova si ebbero anche in Messico quando il massone Calles incominciando la sua persecuzione verso i cattolici fondò “ La Chiesa Apostolica messicana” imponendola ai fedeli obbedienti alla sola Chiesa di Roma. Era il 21 febbraio 1925. E bisognerebbe incominciare a discernere dove questa “ libera società umanitarista” ci sta portando. Dice il catechismo (675) in proposito: “ Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti. La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra svelerà il mistero d’iniquità sotto la forma di un impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell’apostasia dalla verità. La massima impostura religiosa è quella dell’Anti-Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l’uomo glorifica se stesso al posto di Dio e del suo messia venuto nella carne.” All’Agorà quella sera la croce diviene secondaria rispetto al pentagono, la conversione battesimale che doveva scaturire dalla Presenza diviene una forma ambigua di illuminazione risvegliata da un ricordo “gnosticheggiante” con la scritta sui foulard: “Ricordati del giorno in cui sei stato illuminato”, la veglia notturna di preghiera, che doveva essere in sintonia con quella del Pontefice al Santuario di Loreto, invece diviene un concerto; in una notte in cui Maria avrebbe dovuto parlare nel silenzio dei nostri cuori di come si segue la Via di Gesù. Anche la preghiera del Papa in collegamento dal Santuario di Loreto viene subito dopo resa alla pari, con la preghiera per seguire la via di Baglioni: “ Strada facendo…!!!” In questo cocktail che richiama l’attenzione e discernimento verso i segni dei tempi che ci troviamo a vivere, una cosa è certa: “Portae inferi non prevalebunt”; e durante la notte nell’Agorà quando la voce si era sparsa molti giovani hanno saputo riconoscere la sfumatura subdola contro la Chiesa a prova che Cristo ha sempre un Suo piano. La Chiesa siamo noi tutti battezzati! Il porre sullo stesso piano la città di Dio con la città dell’uomo idolatra facendo di Cristo Risorto e presente un vuoto sentimentalismo psicologico non lontano da certi raduni politico-musicali è decisamente fuorviante. Il fumo della secolarizzazione entra in casa nostra con il tentativo, questa volta di far diventare la Chiesa un partito politico, un pretesto per alimentare odi fra le genti di diversa tradizione, una bella filosofia di vita (anche un po’ yoga ecologista freak se volete!!!), un pensiero come tanti altri, una bella leggenda e ripeto bella ed affascinante leggenda di un dio fatto uomo e risorto. Un inutile greggismo collettivo dove fra poco vi saranno le tessere d’iscrizione al posto del battesimo. Non fa differenza se seguire o meno il Cristo. Si può andare al Festivalbar è lo stesso! O ai raduni ecologici intitolati: “ Amatevi e rispetterete il mistero della natura”! Nella notte, a me e ad altri resici consapevoli di questo ci è suonata questa frase: “…sappiano che in questo paese esiste un angolo dove, ogni ora del giorno e della notte, una guardia veglia, con la faccia rivolta al nemico.” (3) Il punto è questo chi è il “nemico” che ha veramente complottato e complotta contro la Chiesa? Cercate dai frutti!!! Sentirete una gran puzza di zolfo!!! Ed oggi l’aria incomincia ad essere veramente irrespirabile.


Preghiamo che al Santo Padre non manchi mai il coraggio di fronte ai lupi. Preghiamo veramente affinchè rimaniamo anche noi saldi nella fede ed alla Chiesa di Roma. Maria, Madonna di Loreto, Aiuto dei Cristiani, Madre della Chiesa prega per noi e per i nemici di Cristo tuo Figlio Gesù Nostro Signore.

Federico Intini


1) Cito questo splendida intuizione di Don Giussani presente nel libro: “ Dall’utopia alla presenza (1975-1978) Bur 2006,pag. 118: “…La caratteristica dell’autorità in senso stretto è quello di essere -come coscienza, sentimento e concezione di sé- funzione dell’unità del movimento; il personaggio invece è funzione del proprio pensiero, della propria diagnosi, della propria proposta, del proprio oggetto. L’autorità come funzione del movimento ha come contenuto di ricchezza, o come metodologia che gli assicura la ricchezza, l’esperienza della tradizione nell’unità del movimento, mentre il personaggio ha come genesi della propria ricchezza la parzialità della sua visuale, la sua interpretazione. c) Così invece che sequela, e perciò verifica, si ha il greggismo, o meglio il collettivismo o associazionismo. E’ la caratteristica visibilmente documentata della gente che segue un ‘personaggio’ e non un’autorità. Chi segue l’autorità vive con l’autorità; coloro che seguono un personaggio sono succubi di esso, sono dei militanti, massa o singolo che segue, ma non segue veramente, perché la sequela è propria della persona, cioè della dignitosa coscienza d’essere funzione per il tutto.” Bisognerebbe dirlo ai famosi politicanti-personaggi difensori del Cristianesimo che Cristo è una Presenza, un avvenimento reale della storia e non un pensiero morale-intellettuale-volitivo di tradizione utopico ideologica. Per questo oggi la politica, l’umano, si sta poggiando sul greggismo-collettivismo-associazionismo facendo intendere la Santa Chiesa un pensiero morale come tanti altri. Questo è frutto del “nemico” distruggere il concetto ed il ruolo di autorità come servizio.
2) Vladimir Soloviev, I tre dialoghi e il racconto dell’anticristo, Marietti I Rombi, 2006, p. 168, 169-170, 178
3) René Guénon, Il regno della quantità e i segni dei tempi, Torino, 1969, pagine 324-326, capitolo: “La grande parodia o la spiritualità a rovescio”.
4) Corneliu Z. Codreanu, Per i legionari. Guardia di ferro, Ed. di Ar, 2005, p.187